La Mangiafiori e altre storie mitologiche sulla decorazione green

Non si tratta di un “vero mito”, non è una eco di Narciso, né una ninfa o un mistero eleusino.

La mangiafiori sono io, Silvia, nata oggi su questo spazio virtuale che, come una vecchia scatola di biscotti danesi – quella di latta blu, avete presente? – rimasta vuota, si riempirà di petali secchi, parole che hanno un colore e un odore in cui spero che chi legge possa riconoscersi, e di consigli per la decorazione green che potrebbero far accadere piccole rivoluzioni nel vostro ambiente domestico.

La casa è il luogo della nostra mitologia quotidiana.

A me, per esempio piace fare colazione a casa, più che al bar, con il mio caffè e i miei fiori sul tavolo della cucina; e mi piace scrivere al pc davanti a un vaso pieno sulla scrivania.

Ho cambiato diverse case e diversi appoggi per i miei gomiti addormentati la mattina e le mani nevrotiche sulla tastiera. Praticamente sono in smart-working da quando ho iniziato a lavorare perché un ufficio non ce l’ho mai avuto.

Le scrivanie su cui ho lavorato meglio erano posizionate davanti a una finestra e c’erano sempre dei fiori sopra, ed era sempre mattina.

Anche durante il lockdown il momento della giornata che ho preferito in quei lunghi giorni di assenza della socialità è stata la mattina perché mi piaceva svegliarmi, fare colazione lentamente, poi lavarmi lentamente e lentamente tornare in camera e trovare le lenzuola stropicciate sul letto lasciato disfatto.

Era bello sapere di avere ancora parecchie ore davanti a me per iniziare a carburare.

Ma dopo pranzo percepivo sempre il rischio di cadere in una leggera depressione (per usare un eufemismo).

Due cose mi hanno salvata: Artù, il mio cane, che era il lasciapassare oltre la porta del palazzo fino all’aiuola più vicina, e la ricerca costante dei fiori, in quelle aiuole, giù dagli alberi dopo le piogge, lasciati crescere attraverso la recinzione serrata del parco, persino al supermercato non facevo che comprare fiori e piante perché avevo scoperto che quelli e i libri erano da considerarsi beni di prima necessità.

In quel periodo, carico di angosce e speranze, ho capito di desiderare un cambiamento in quella direzione, qualcosa che non avevo mai preso sul serio per mancanza (presunta) di tempo.

Ma quando mi accorsi che il tempo è davvero un concetto relativo, che tutto mi scorreva intorno e che ruotavo insieme al tempo, senza inseguirlo e senza perderlo, ho smesso di mettere in “muto” i pensieri e quelli hanno cominciato a strillare.

Coi fiori è andata così: io avevo fame di fiori.

Avevo voglia di circondarmene, di toccarli e mettere le mani nell’acqua, di scoprire nei loro colori una palette per disegnare, comporre, creare.

Così ho iniziato a frequentare i corsi di composizione floreale e poi una scuola professionale per fioristi.

Oggi lavoro in una meravigliosa bottega floreale e la mia capa, Valentina, mi sta insegnando a conosce i fiori e le piante, a non aver paura del loro aspetto fragile, ad accostare i colori e le forme per trasformare la passione in lavoro. La mia scrivania cambia ancora spesso, ma il tavolo di lavoro, in legno segnato dal tempo, rimane lo stesso ogni giorno.

Oggi nasce La mangiafiori, personalissima figura “mostruosa” che incarna il mito del desiderio ascoltato, del consiglio seguito, del coraggio preso. L’ho chiamata così per quella tendenza a fotografarmi mentre annuso mazzi selvaggi o grossi tulipani, dalie, ranuncoli, fermi davanti al viso, a coprirmi la bocca. E per quella fame, anche, che mi ha portata qui.

Da oggi in questa rubrica troverete suggerimenti per la decorazione delle vostre case, articoli di approfondimento su fiori e piante, sugli ambienti più adatti per tenerli e sulle cure necessarie, ma anche tips di composizione.

Per ora il consiglio che vi do è: assecondate la vostra fame.